“SOTTO
LO STESSO CIELO: CON NOI”
TUTTI GLI ALUNNI
MIRYAM ED ELISA
della
Cooperativa Mediazione INTEGRAZIONE
“Quando la
distanza….
avvicina” ![]()
Organizzato
dalla Funzione Strumentale
Emanuela Chiarenza
CLASSI
PRIME: TUNICHE
CLASSI
SECONDE: TAPPETI
CLASSI
TERZE: SOLI
CLASSI
QUARTE: BAMBOLINE
CLASSI
QUINTE: BASTONI PIOGGIA
INCA/PERU’
![]()
Gli antichi Inca abitavano le parti
costiere del Perù, dell’Ecuador,
della Bolivia, del Cile,
dell’Argentina.
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Gli Inca oltre 500 anni fa era un popolo forte e grande. Vivevano lungo la Cordigliera delle Ande, in quelle zona dove oggi si trovano il Perù, l’Ecuador, la Bolivia e il Cile.
Non si sa bene come siano nati e da dove
provenivano, perché non sapevano scrivere e quindi non hanno lasciato testi
della loro storia.
Sulla loro nascita si narrano, però, alcune leggende, tra cui quella del loro
primo sovrano Manco Capac.
Manco Capac fu mandato sulla Terra dal Dio Sole Inti, suo padre, e che la sua
sposa, la regina Mama Occlo, era la figlia della Luna.
Manco e la sua sposa avevano un bastone d’oro. Quando giunsero in una bellissima valle conficcarono il bastone nella terra e questi scomparve.
La coppia lo ritenne un segnale divino e in quel luogo fu edificata una capanna, il primo edificio della futura capitale: Cuzco, “ombelico del mondo” incaico.
Gli Inca, essendo i discendenti del Sole e della Luna, pensavano di essere superiori agli altri popoli.
Il popolo inca parlava numerose lingue, ma la più diffusa era il quechua, che ancora oggi è assai diffusa sulla Cordigliera delle Ande.
L’impero incaico durò appena 150 anni e fu governato da 13 imperatori..
L’ultimo, Atahualpa, fu catturato nel 1532 e fatto strangolare dal conquistadores spagnolo Francisco Pizarro che, dopo aver intrapreso varie spedizioni, abbatté l’impero degli Inca, conquistando il Perù.
La vita domestica
Gli Inca delle montagne vivevano in case costruite con blocchi di pietra bianca,
preferibilmente granito, un materiale duro e resistente.
Al centro della casa c’era il focolare.
Gli agricoltori hanno combattuto da sempre con il loro territorio montagnoso,
portando acqua nelle regioni troppo asciutte e terrazzando i ripidi fianchi dei
monti.
Ai tempi degli Inca, i due terzi del raccolto era destinato alla famiglia reale
e ai sacerdoti, modica era la ricompensa per chi aveva lavorato duramente.
I contadini fertilizzavano il terreno con lo sterco dei lama e con il guano
degli uccelli.
Una buona parte del popolo Inca si dedicava alla pastorizia: allevavano il lama,
l’alpaca, la vigogna e il guanaco.
Abili Costruttori
Gli Inca erano maestri nell’architettura
monumentale:
fortezze, templi, case regali, giardini, magazzini.
La più grande opera, costruita dagli Inca per mostrare il loro potere, fu la
fortezza di Cuzco, la cui grandezza appare incredibile per chi non l’ha mai
vista e chi l’ha vista dice che è opera di un incantesimo, dato che le pietre
sono tante e tanto grandi.
Come fecero a tagliare e poi a trasportare quelle pietre?
Come fecero a metterle insieme senza cemento con tanta precisione?
A Cuzco ci sono pietre lunghe 12 metri, larghe 6 e alte 2.
La cosa più incredibile è che, pur essendo di forma irregolare, si incastrano
perfettamente.
Gli schiacciatori di patate
Sulle Ande crescevano oltre duecento varietà di patate, che venivano conservate
facendole essiccare all’aperto, esposte al sole di giorno e al gelo di notte.
Le patate venivano battute dai cosiddetti “schiacciatori di patate”. Le patate
pressate e disidratate, chiamate chuno, prima di poter essere cucinate dovevano
essere messe a mollo.
L’alimentazione
Gli Inca si nutrivano raramente di carne: la loro dieta era essenzialmente a
base di ortaggi.
Facevano due pasti al giorno, uno al mattino e uno alla sera dopo il lavoro.
Il mais era l’alimento più usato, bollito o abbrustolito.
Con esso producevano anche la farina.
I vegetali erano costituiti da radici, pomodori, arachidi, fagioli e patate.
La poca carne mangiata era costituita da porcellini d’india e dai lama.
Le popolazioni delle coste si nutrivano essenzialmente di pesce.
La famiglia reale e i nobili mangiavano pesce, crostacei, carne, anatre
selvatiche, frutti tropicali, spezie ed erbe aromatiche.
Il cibo cotto all’aperto in vasi d’argilla o in casa in vasi di pietra,
arrostito o bollito, veniva servito a tavola in ciotole di legno o ceramica,
oppure in zucche vuote.
La bevanda preferita dagli Inca era la chicha, una specie di birra ricavata dal
mais, manioca e arachidi.
La cucina
Tra i piatti tipicamente peruviani il più famoso è la “pachamanca”, che si
prepara all’aperto e in occasioni particolarmente solenni, avvolgendo una grande
quantità di carne in foglie di banano insieme a patate, yucca, verdure e spezie.
Il grosso fagotto viene calato in una buca sul cui fondo ci sono pietre
arroventate; poi si copre il tutto con cenere e terra e dopo qualche ora la
carne è cotta.
Altre pietanze caratteristiche sono:
“l’anticucho”, uno spiedino di carne e frattaglie cotto sulla brace e condito
con salsa piccante
il “ceviche”, pesce crudo macerato con il limone e peperoncino.
Questi piatti saporiti sono accompagnati dalla “cerveza”, ossia la birra, che è
la bevanda nazionale;
i contadini però le preferiscono la “chicca”, una specie di birra ottenuta dal
mais fermentato.
Altre bevande tipiche sono il succo di canna da zucchero leggermente fermentato
e il pisco, una fortissima acquavite.
TESSUTI E ABBIGLIAMENTO
In tutte le civiltà delle Ande, la filatura e
la tessitura costituivano le principali attività domestiche delle donne di tutti
i ceti sociali.
Le ragazze imparavano a tessere in giovane età, ma se ne occupavano anche gli
uomini. Nell’impero incaico, la tessitura aveva raggiunto livelli qualitativi
molto elevati; il ricamo veniva fatto con aghi di osso.
I prodotti dei tessitori , così come quelli degli agricoltori e degli operai
entrava a far parte delle tasse dovute allo Stato.
La moda incaica
Circa 500 anni fa le tuniche indossate dogli uomini erano semplici, ma le
decorazioni a motivi floreali erano piuttosto ricche.
Nell’impero incaico l’abito rispecchiava la posizione sociale del proprietario;
le forme erano simili, ma salendo nella gerarchie, stoffe e ricami diventano
sempre più preziosi.
I filati e le tinture
Gli animali delle montagne fornivano lane caldissime; quella più grossolana e
resistente la si otteneva dai lama, quella più fine e morbida dalle vigogne.
Tuttavia la lana più utilizzata era quella di alpaca.
Il cotone veniva coltivato nelle regioni di pianura ed era assai apprezzato
perché molto fresco.
I Costumi… ieri
Cinquecento anni fa gli uomini Inca indossavano una fascia di stoffa avvolta
attorno ai fianchi e fermata in vita da una cintura; sopra portavano una
semplice tunica, lunga al ginocchio, spesso di lana d’alpaca.
Nei giorni più freddi indossavano un poncho e di notte un grande mantello.
Le donne si drappeggiavano addosso un grande telo rettangolare di lana d’alpaca,
una fascia in vita e uno scialle sulle spalle.
La forma dei copricapo cambiava da regione a regione,
… mentre le calzature, per lo più sandali, erano di cuoio o di paglia
intrecciata.
I Costumi… ieri
Per chiudere scialli e vestiti, gli Inca utilizzavano al posto dei bottoni,
spilloni decorativi chiamati “tupu”.
In occasione di molte feste religiose, i sacerdoti e i nobili inca indossavano
costumi particolari.
I Costumi… oggi
La ricchezza e la varietà dei costumi è stupefacente.
Le donne portano sino a 10 gonne lunghe e ampie una sull’altra e ornate di
nastri, sulle quali indossano ogni tipo di corpetti, stole, mantelli ricamati.
In testa portano i più strani cappelli: le donne dell’altipiano preferiscono i
borsalino, quelli di Cuzco cappelli piatti e rotondi;
in altre zone si portano cappelli a falde larghissime ornati di ricami, frange,
nastri e fiocchi.
I colori sono sempre vivacissimi.
Gli uomini indossano pantaloni al ginocchio, giubbetti ricamati, grandi poncho
tessuti a mano e berretti di lana a colori vivacissimi con i caratteristici
copriorecchie.
In occasione di molte cerimonie religiose, i nobili e i sacerdoti Inca
indossavano costumi spettacolari in lana d’alpaca e tutte decorate in oro.
I TAPPETI
Così come erano colorati i poncho e le tuniche, lo erano anche i tappeti che si
trovavano sia nelle ricche dimore, sia nelle povere.
I tappeti, tessuti con filati di lana d’alpaca, riprendevano le decorazioni a
motivi floreali, animali e geometrici delle tuniche o rappresentavano paesaggi
stupendi.
Ancora oggi i tappeti delle popolazioni andine vengono venduti in tutto il mondo
ed alcuni, molto preziosi, vengono ancora tessuti come una volta, con i vecchi
telai e colorati naturalmente.
IL TELAIO
Il telaio a cinghia usato dagli Inca per tessere le lane era molto semplice e
funzionale.
I fili dell’ordito erano tenuti in tensione tra un sostegno verticale (per
esempio il tronco di un albero) e il subbio, assicurato al tessitore tramite una
cinghia.
In America centrale e Meridionale questo tipo di telaio è in uso ancora oggi.
TRABELENGUA
Tres tristes tigres tragaban trigo
Tre tigri tristi mangiavano grano
Pablito clavò un clavito un clavito clavò Pablito
Paolino piantò un chiodino
Un chiodino piantò Paolino
INDOVINELLI
Chiquitito como un ratòn, cuida la casa como un leon.
Es grande como un molino y pesa menos que un çumino.
Habla y no tiene boca, vuela y no tiene alas
Nace dal monte, muere en el mar
CONDOR
COME IL CONDOR PERSE LE PIUME DEL COLLO
Un tempo le figlie dei condor si recavano in un lago tra le montagne per fare il
bagno e,una volta là, si spogliavano delle piume e apparivano
Come bellissime fanciulle
dai capelli neri.
Un giorno un uomo, passando di lì, decise che avrebbe dovuto assolutamente
sposare una di quelle ragazze. Rubò così una veste di piume in modo che non
volasse via. La ragazza rimasta senza veste decise di sposare l'uomo ed ebbero
un figlio.
L'uomo però nascose la veste in cantina per impedirle di volare via. Arrivò però
un giorno in cui lei volle andare a trovare il padre, il Grande Condor. Con
foglie dell'albero della gomma, costruì delle vesti di piume uguali alla sua,
così tutta la famiglia poté volare in cielo.
Oltre le nuvole, vivevano tutti i condor ma anche il Sole e la Luna che la
ragazza considerava quasi degli zii perché aveva giocato con loro da piccola.
Quando arrivarono, il Grande Condor li accolse calorosamente ma la sua vecchia
moglie non era per nulla contenta di vedere la figlia sposata con un umano, così
decise di uccidere tutta la famiglia.
Bruciò di nascosto le loro vesti piumate e poi preparò un grosso pentolone per
poterli cuocere e servire agli altri condor.
Per prima cosa chiamò l'uomo e gli chiese di assaggiare il brodo sul fuoco, ma
egli, per fortuna, aveva già capito le sue intenzioni e, prendendola di
sorpresa, gettò lei nella pentola, nascose le sue ossa agli angoli della stanza
poi si rifugiò sotto il letto con la sua famigliola.
Quando giunsero altri condor, però, riuscirono a rimettere insieme le ossa della
vecchia che tornò tutta intera e si mise a cercare la famigliola. Il Sole che
tutto vede aprì un buco coi suoi raggi in modo che i tre riuscissero a fuggire,
mentre la Luna fece una scala di luce perché potessero scendere fino a terra.
Anche i condor iniziarono a scendere per la scala, ma la Luna riturò i suoi
raggi e i condor si schiantarono a terra. Il Grande Condor trasformò i
sopravvissuti in uccelli dal collo rosso, senza piume, dalla voce rauca. Ancor
oggi essi cercano inutilmente di raggiungere la loro casa celeste posandosi sui
rami più alti degli alberi.
MUSICA
Canne e zucche diventavano strumenti musicali per feste…
…e tanti balli
MARINERA
Ballo nazionale che costituisce la massima espressione della cultura Criolla
Peruviana
Nasce alla fine del diciannovesimo secolo in onore dell’illustre…
Capitano Marina Miguel Grau Seminario
Che fu protagonista della guerra del Pacifico contro il Cile per difendere i
territori peruviani.
Da quel momento la Marinera divenne popolarissimo soprattutto perché si danzava
per dimenticare i disastri della guerra.
La Marinera è un ballo di coppia senza contatto fisico con passi e figure
specifiche per ogni membro della coppia.
Si caratterizza per l’uso di un fazzoletto nella mano di ogni ballerino
Vi sono tre forme di Marinera, ma tutte mostrano un’eccezionale personalità e
l’evidente passato negroide (Africa)
E per invitare la pioggia ad irrigare i campi e garantire il cibo….
Il bastone della pioggia,
suona così
LA DANZA DEL SOLE
ipertesto realizzato dall’ins. Chiarenza Emanuela con la
collaborazione dei suoi alunni di classe seconda e le colleghe del modulo.
Il materiale utilizzato è stato
realizzato dagli alunni delle scuole elementari De Amicis di Busto Arsizio
(VA)